Lucy by Sconosciuto

Lucy by Sconosciuto

autore:Sconosciuto [Sconosciuto]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Solferino
pubblicato: 0101-01-01T00:00:00+00:00


Il mondo è indifferente e incurante, e New York ne mette in atto l’apatia. A New York non gliene frega niente. New York suona come un coro diretto dal diavolo. E questo nei giorni buoni. New York ti prenderà tutti i soldi e tutta la gentilezza e tutto l’amore e se li terrà solo per sé. Nessun ritorno sul tuo investimento. Puoi considerare tutta quella roba bella che andata. Sparita. Se cerchi «non corrisposto» sul dizionario, troverai una foto di New York. New York è il peggior tipo di dipendenza. Del tipo stretto dall’indigenza. Del tipo che siccome sei in un posto dove non puoi permetterti di avere abbastanza di quello che ti serve, allora te ne stai attaccato all’ago per sempre, costantemente alla ricerca della piccola botta che ti faccia andare avanti, senza mai provare il picco di uno sballo come si deve. A New York l’aria odora di cancro. New York è un’orchestra sempre in fase di riscaldamento. Ma senza trovare mai e poi mai il giusto accordo o un qualsiasi abbozzo di melodia. E non sto parlando di jazz d’avanguardia. Qui ci sono solo musicisti nel ventre di una buca d’orchestra che accordano e riaccordano strumenti senza mai smettere un momento, fino a perdere tutti quanti il senno. New York non arriva mai a un cazzo di conclusione. Il costante percuotere dei martelli pneumatici, il clangore delle nuove impalcature che vengono montate o smontate, i bracci delle gru che penzolano dal cielo come spade di Damocle. Sempre demolita e ricostruita e poi demolita e poi ricostruita, e ancora e sempre e per sempre. New York non è mai contenta di sé. New York è dove vengono i cattivi a fare cose cattive. Guarda tutti quei fighissimi tipi strani! I tipi strani non sono così fighi quando ti molestano apertamente sulla metropolitana e nessuno dice un cazzo. New York è una ferita purulenta sul collo. È famelica e insaziabile. New York ti riduce in fin di vita.

L’uomo alla mia destra è abbastanza grosso da sollevare volendo un bus della M6, e gli hanno appena scaraventato ai piedi una bottiglia di Jack Daniel’s. Il vetro si frantuma schizzando dappertutto, e il whisky inzuppa le caviglie di chiunque sia nei pressi, me compresa. L’uomo che potrebbe sollevare un bus della M6 afferra per il colletto un tizio coi capelli a punta. Capelli a Punta protesta: «Non sono stato io, amico, non sono stato io». Ma a M6 non importa. Vuole solo una scusa per prendere a pugni qualcuno. Carica il braccio destro e lo colpisce. Il sangue sprizza ovunque. Capelli a Punta ha il naso in un posto sbagliato della faccia. Il braccio di Alexis si irrigidisce nel mio. Scrutiamo in gran fretta la folla. Non solo la presenza di poliziotti lungo le strade è praticamente nulla, ma siamo le uniche due ragazze nel raggio di tre metri… che è tutto il raggio che riusciamo a vedere. Siamo circondate da uomini. Uomini ubriachi. Uomini fuori controllo. Uomini alla ricerca di una rissa o del pericolo o di un modo per dar prova di virilità.



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